Il 2020 è stato segnato dall’emergenza sanitaria legata alla diffusione del COVID-19, che ha impattato fortemente sul panorama delle dipendenze, già da anni interessato da profondi mutamenti.
Il rapido diffondersi della pandemia e la repentina messa in atto di misure restrittive di sanità pubblica hanno avuto ricadute dirette sia sull’uso di sostanze e di comportamenti a rischio, sia sui mercati della droga, oltre a determinare enormi cambiamenti nell’ambito dell’organizzazione e dell’erogazione dei servizi sanitari.
In riferimento alla situazione pandemica, va inoltre considerato che le persone con problemi di dipendenze patologiche rappresentano una fascia di popolazione estremamente vulnerabile, data l’elevata prevalenza di malattie croniche e di fragilità a livello sociale e psicologico. Le misure di contenimento, i periodi di lockdown e la riorganizzazione delle attività all’interno dei servizi sanitari di conseguenza hanno avuto delle ricadute importanti in termini di intercettazione dell’utenza e di ritenzione in trattamento.
Nel 2020 i Servizi per le dipendenze hanno dato risposta a 9.067 persone. Il 48,42 % dell’utenza si concentra nei Servizi per le tossicodipendenze, il 37,37% è in carico per problematiche alcolcorrelate mentre il restante 14,22% degli utenti è in carico per dipendenza da tabacco (8,59%) e per dipendenze comportamentali (5,62%).
Da una comparazione dei dati sopra riportati con quelli dei report precedenti, emerge che le problematiche di tossicodipendenza, le problematiche alcolcorrelate e le dipendenze comportamentali presentano un andamento omogeneo rispetto agli anni precedenti, con alcuni scostamenti contenuti.